Differenziale posteriore Chevrolet Corvette

Siamo specializzati nella revisione del differenziale posteriore del 1969 Chevrolet Corvette Stingray.

Dall’esperienza maturata sui differenziali per le auto da corsa abbiamo trovato i punti critici del differenziale posteriore originale per il Chevrolet Corvette Stingray del 1969,  andando a maggiorare e rinforzare i punti deboli, il risultato è un differenziale in grado di sopportare maggiore potenza e coppia.

Questa rigenerazione ne aumenta notevolmente la durata offrendo la possibilità di una migliore esperienza di guida.

Siamo in grado di eseguire trattamenti antiattrito su tutti i componenti del differenziale per migliorare i consumi, ridurre la potenza dissipata in attriti ed ottenere quindi una miglior performance.

Differenziale posteriore Chevrolet Corvette 1969 1

Differenziale posteriore Chevrolet Corvette 1969 2

Differenziale posteriore Chevrolet Corvette 1969 3

Differenziale posteriore Chevrolet Corvette 1969 4


Storia (Fonte Wikipedia)

Fu Harley Earl, uno dei più importanti designer di automobili statunitense, a convincere la General Motors, gruppo al quale apparteneva il marchio Chevrolet, della necessità di realizzare una vettura sportiva a due posti.

Il prototipo della Corvette venne presentato al Motorama Show presso il Waldorf-Astoria Hotel di New York nel gennaio 1953 ed era siglato come progetto EX-122 (durante le fasi di sviluppo all'interno del centro studi GM si usava il nome Project Opel per tenerlo segreto).

L'EX-122 differisce dalla Corvette entrata in produzione nello stesso anno solo per pochissimi dettagli: la scritta Chevrolet accanto all'emblema sul cofano; le prese d'aria per l'aerazione dell'abitacolo sui passaruota; le serrature delle portiere; il fregio e la posizione della scritta Chevrolet sulle fiancate; le cromature del motore Blue Flame Special.

Il nome, che sembra venisse proposto da Myron Scott, derivava da quello della Corvetta, una piccola unità navale. La carrozzeria di questa vettura era realizzata con un materiale all'epoca piuttosto nuovo: la fibra di vetro. Venne utilizzato questo materiale per evitare il problema delle quote sull'acciaio ancora in vigore dopo la fine della seconda guerra mondiale. Per la parte meccanica furono impiegate delle parti standard già prodotte dalla Chevrolet, che in quel periodo era il marchio di ingresso alla gamma General Motors. Come motore fu scelto il motore 6 cilindri in linea Blue Flame da 4,6 L (283 in³) che veniva impiegato su alcuni mezzi commerciali. Per la trasmissione venne impiegata la Powerglide, una trasmissione automatica a due rapporti. Anche i freni a tamburo erano componenti standard Chevrolet.

Si lavorò sul motore per incrementarne le prestazioni montando una batteria di tre carburatori, modifica che era un'esclusiva della Corvette. Nonostante questo però la vettura rimaneva sottopotenziata in confronto alle analoghe automobili italiane o inglesi dell'epoca. Anche i freni erano piuttosto lunghi nella loro azione mentre venne criticata la mancanza di una trasmissione manuale.

Nel 1954 divenne disponibile come optional un compressore centrifugo Paxton. Le vendite però continuarono a diminuire tanto che la General Motors prese seriamente in considerazione la cancellazione di questo modello. A farne continuare la produzione furono alcuni importanti eventi che si verificarono nello stesso periodo. Il primo fu costituito dalla introduzione, avvenuta nello stesso anno, del primo motore V8 Chevrolet dopo circa 40 anni. Il secondo fu l'influenza esercitata da Zora Arkus-Duntov sull'ufficio tecnico della General Motors. Infine la Ford introdusse il suo modello Thunderbird. Benché la Thunderbird si orientasse verso la fascia più lussuosa del mercato, piuttosto che verso quella sportiva, era una vettura a due posti come la Corvette.

In pratica la vettura venne trasformata da Arkus-Duntov montando il V8 che venne accoppiato a una trasmissione manuale a tre marce. Con queste modifiche la Corvette venne trasformata da vettura per appassionati ad auto sportiva.

Il modello riscosse un grande successo rendendo la Corvette, una della più importanti vetture mai realizzate.

Generazioni

La Corvette è in produzione da molti anni ed ha subito una costante evoluzione. Più che di versioni ci si riferisce con il termine generazione ai diversi modelli prodotti. Queste generazioni vengono identificate con i termini C1, C2, C3 e via di seguito fino alla C7 oggi in vendita. Oltre a questo termine le varie versioni vengono identificate anche da particolarità meccaniche che le caratterizzano.

C1

La C1 rappresenta la prima Corvette prodotta. Inizia con il modello del 1953 per concludersi con il modello del 1962. Le Corvette di questo periodo sono anche chiamate solid axle (ponte rigido) in quanto fino al 1963 non furono disponibili le sospensioni a ruote indipendenti. In questo periodo (1957) divenne disponibile a richiesta il motore dotato di sistema di iniezione. Con questo sistema il propulsore forniva 290 hp (216 kW).

Nella pubblicità però questo valore venne ridotto a 283 hp perché la vettura veniva venduta con lo slogan secondo il quale la Corvette disponeva di un hp per ogni in³. Dato quindi che la cilindrata del motore, secondo il sistema consuetudinario statunitense, era di 283 in³ venne adottato quel valore per la potenza del motore.

Nel 1962 il motore Small-block della General Motors venne portato a 5,4 L (327in³). La potenza era ora di 360 hp (268 kW). Furono inoltre introdotti i finestrini elettrici (1956), la capote dotata di motore per l'apertura (1956), il cambio manuale a quattro velocità (metà del 1957) e freni e sospensioni migliorate (1957).

Attività sportiva

SS

Nel 1957 la Chevrolette decise di realizzare una versione da competizione della Corvette per gareggiare alla 12 ore di Sebring. La vettura fu realizzata dal team di ingegneri guidati da Zora Arkus-Duntov, e si presentava come un'auto dal peso di 1850 kg abbinata a un propulsore da 307 CV. Nonostante il giorno di gara la SS facesse segnare la più alta velocità di punta, pari a 183 km/h, fu costretta al ritiro al 23º giro per problemi meccanici. Il progetto venne poi abbandonato a causa del taglio dei fondi da parte della Chevrolet.

 

C2

La seconda generazione della Corvette inizia nel 1963 e si conclude nel 1967. Questa versione venne disegnata da Larry Shinoda che si ispirò al progetto Q Corvette, vettura mai prodotta, realizzato da Chuck Pohlmann e Peter Brock sotto la supervisione di Bill Mitchell. Altre fonti di ispirazioni furono le linee della Jaguar E-Type e la cosiddetta Mitchell Sting Ray, vettura speciale di proprietà dello stesso Mitchell, che si ispirava alle forme e ai colori dello squalo Mako.

Con la seconda generazione viene introdotta la Sting Ray Coupé. Questa vettura aveva un lunotto posteriore dalla forma molto particolare essendo diviso in due parti e delle prese d'aria, non funzionanti, sul cofano.

Nello stesso anno del lancio della vettura, la Pininfarina lanciò presso il salone automobilistico di New York la Rondine Coupé, la quale presentava un nuovo design ma meccanica inalterata.

Nel 1964, per ragioni di sicurezza, verrà eliminato il lunotto e, stavolta però per ragioni estetiche, le prese d'aria.

Con la C2 furono introdotte le sospensioni a ruote indipendenti in luogo del solid axle. Per quanto riguarda la potenza del motore era di 365 hp (272 kW) nel 1963 e raggiunse i 375 hp (280 kW) l'anno successivo.

Nel 1965 verranno introdotti come optional i freni a disco su tutte le quattro ruote e il motore Big-block da 6,5 L (396 in³) V8 che forniva 425 hp (317 kW). Sempre in questo anno sul modello Sting Ray verranno montati i tubi di scarico con uscita laterale che verranno mantenuti fino al 1969. Venne introdotto, a richiesta, anche un motore da 5,4 L (327 in³) dotato di iniezione. Questo motore comportava un sovrapprezzo di 500 dollari mentre il 6,5 L solo di 145. Inoltre il 5,4 L forniva 55 hp (41 kW) meno del 6,5 L. Con la differenza di prezzo e la potenza a suo sfavore l'opzione del motore a iniezione non fu molto popolare e solo un migliaio di vetture ne furono dotate. Questo risultato portò la Chevrolet a cancellare questo programma.

Nel 1966, per aumentare le prestazioni della vettura, la Chevrolet rese disponibile un modello di Corvette dotato di motore da 7 L (427 in³), che sarà il motore di maggiore cilindrata mai montato su vetture di questa generazione.

L'anno successivo venne introdotta la L88, una versione della vettura dotata del motore 7 L, con potenza di 430 hp (321 hp). Di questi motori ne verranno però montati solo venti.

A partire dal 1967 e fino al 1969 verrà montata il Tri-Power, cioè una batteria di tre carburatori a doppio corpo realizzati dalla Holley.

Il modello del 1966 doveva essere l'ultimo di questa generazione ma a causa dei ritardi del modello che lo doveva sostituire, la C3, restò in produzione fino al 1967.

Tra le altre caratteristiche di questa generazione di Corvette si annoverano la radio AM/FM (metà del 1963), l'aria condizionata (1963), il piantone di sterzo telescopico (1965) e i poggiatesta (1966).

Per quanto riguarda gli impegni nelle competizioni venne creata nel 1962 la Corvette Grand Sport. Questa vettura, che si ispirava a quanto stava facendo Carroll Shelby con la Ford Mustang, era una versione leggera. Venne appositamente realizzata da Arkus-Duntov e ne era stata programmata una produzione di circa 100 esemplari anche se alla fine furono solo 5 le Grand Sport effettivamente prodotte. Tra le caratteristiche di questa versione si ritrova uno speciale pacchetto aerodinamico. Fu Dick Thompson il solo a portare alla vittoria questa auto vincendo sul circuito di Watkins Glen la Sport Car of America.

Attività sportiva

Z06 Race Car

Lo speciale allestimento agonistico Z06 per la Corvette venne lanciato nel 1963, ed era presente solo in versione coupé. Tra i miglioramenti di questa versione, vanno segnalati i freni e le sospensioni rinforzati, oltre a un serbatoio ingrandito da 36 galloni. Il propulsore della vettura è un L84 a iniezione di 360 CV.

Questo pacchetto sportivo veniva venduto alla ragguardevole cifre di 1818 dollari, tanto che ne furono venduti solo 199 esemplari.

L'obiettivo principale della Chevrolet con la Z06 era di imporsi nel campionato SCCA Production e contrastare le nuove Shelby Cobra. Per dare una dimostrazione di forza, tre Z06 vengono immediatamente iscritte al L.A. Time GP che si svolge all'autodromo Riverside Raceway di Los Angeles. I piloti ingaggiati dalla Chevrolet, e cioè Dave MacDonald, Bob Bondurant e Doug Hooper non solo riescono a vincere la gara di esordio, ma si impongono nell'intera categoria A.

Grand Sport Coupé

Per tentare di contrastare le Shelby Cobra anche nel campionato GT del 1963, la GM affidò a Zora Arkus-Duntov il compito di produrre una nuova versione da competizione della C2. Il risultato venne denominato Grand Sport Coupé. Per l'omologazione alle competizioni, si dovette provvedere alla realizzazione di almeno 100 esemplari stradali. Le cinque vetture da competizione vennero equipaggiate con sospensioni Girling e con un propulsore 327 ci V8 da 485 CV. Inizialmente, le auto vennero fatte correre nella classe prototipi, ma con scarsi risultati in quanto non potevano competere con le superiori vetture a motore centrale. Alla fine del campionato riuscirono però a imporsi sulle auto della Shelby nella corsa Speed Week svoltasi a Nassau. Per la stagione del 1964 vennero apportate diverse modifiche e due vetture vennero riproposte in configurazione roadster. Tutti i telai vennero venduti a team privati e con uno di essi il pilota Roger Penske conseguì la vittoria nel campionato GT, battendo nuovamente le Cobra.

Cheetah Coupé

Sempre per la finalità di contrastare le vetture prodotte dalla Shelby, la Chevrolet fornì la propria collaborazione anche a costruttori privati con l'apporto di progetti e componenti. Tra di essi vi era Bill Thomas, il quale, nel 1963, si impegnò nella progettazione e costruzione della Cheetah, una coupé da competizione su base meccanica della Chevrolet C2. Come propulsore era equipaggiato un Chevrolet V8 da 475 CV di potenza con 590 Nm di coppia gestito da un cambio manuale a quattro rapporti Borg Warner T-10. Il telaio era di tipo tubolare in acciaio con configurazione spaceframe ed era ricoperto da una carrozzeria in fibra di vetro. Le sospensioni, in tutte le sezioni, erano formate da quadrilateri trasversali e molle elicoidali, mentre l'impianto frenante era rappresentato da freni a tamburo. Il debutto della vettura avvenne nel 1963, ma dal momento che non era stata rispettata la regola che prevedeva la produzione di almeno cento modelli di serie della vettura, la Cheetah non poté misurarsi nella classe in cui si trovava la Shelby Cobra e dovette gareggiare nella classe speciale contro auto del calibro della Chaparral 2A. Nonostante questo e diversi problemi di natura meccanica che affliggevano il veicolo, la Cheetah ottenne undici vittorie in alcune gare minori. Nel 1964, a causa di un cambiamento nei regolamenti, venne deciso di sospendere l'attività sportiva del mezzo.

L88

Nel 1967 venne realizzata una nuova versione da competizione della Corvette denominata L88. Era dotata di nuovi freni a disco, sospensioni migliorate e un propulsore 427 gestito da un cambio manuale M22 che erogava la potenza di 600 CV. Così configurata, la L88 in dotazione al team Sunray DX riuscì ad ottenere la vittoria di classe presso la 24 Ore di Daytona del 1968.

Veicoli derivati

Gordon Keeble GK1

Utilizzato come base i propulsori della Chevrolet Corvette 327, nel 1964 l'azienda britannica Gordon Keeble produsse la GK1.

C3

La terza generazione della Corvette è conosciuta anche come Mako Shark e venne anch'essa disegnata da Larry Shinoda. La C3 iniziò nel 1968 per concludersi nel 1982. Lo stile di questa vettura si dimostrò molto innovativo.

Nel 1969 la General Motors portò la cilindrata del suo motore Small-block a 5,7 L (350 in³) e fu introdotto un nuovo propulsore L46 350 V8 dalla potenza di 350 CV. Nello stesso periodo venne introdotta la ZL1 equipaggiata con un propulsore V8 ZL1 dalla potenza di 585 CV gestito da un cambio M22 manuale a quattro velocità. Era inoltre dotata di un telaio tubolare in acciaio avvolto da una carrozzeria in fibra di vetro e di sospensioni sportive formate da doppi bracci trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici e barre stabilizzatrici nella sezione anteriore e da assali a battente con bracci longitudinali, balestre trasversali semi-ellittiche e ammortizzatori telescopici in quella posteriore. L'impianto frenante era costituito da freni a disco ventilati.

L'anno successivo il motore da 7 L fu portato a 7,4 L (454 in³). Sempre nel 1970 il motore LT-1 toccava i 370 hp (276 kW) mentre nel 1971 il 7,4 L arrivò a 425 hp (317 kW).

Con questi motori si toccarono gli apici massimi della potenza. Poi i motori divennero sempre meno potenti. Questo era dovuto sia all'adozione da parte della Chevrolet della normativa SAE, come standard di misurazione di questo valore, come all'introduzione della benzina senza piombo, dei catalizzatori e delle norme sul controllo delle emissioni. Nel 1975 il motore L82 erogava 165 hp (123 kW) mentre il motore L82, disponibile come optional, ne produceva 205 (153 kW). Nel 1982 il motore L83 che equipaggiava le C3 sviluppava 200 hp (149 kW). Questi valori rimasero sostanzialmente stabili per un lungo periodo.

Esteticamente la C3 rappresentò l'ultima Corvette dotata di paraurti cromati. Nel 1973 venne sostituito il paraurti anteriore cromato con un fascione in materiale plastico che poteva assorbire urti fino a cinque miglia orarie (8 km/h). Per questa sua caratteristica veniva indicato come 5 mph. Venne mantenuto invece il paraurti posteriore in metallo cromato, che però venne rimosso l'anno successivo rendendo così il modello del 1973 l'ultimo dotato di questo tipo di paraurti.

Nel 1975 scompare il modello Convertible (decappottabile).

Nel 1978 verrà montato il lunotto posteriore a bolla.

Nel 1980 la Corvette verrà sottoposta a un'ampia rivisitazione acquistando delle linee più aerodinamiche in modo da ridurre la resistenza all'avanzamento, il valore di Cx, della vettura.

Attività sportiva

25th Anniversary

Per commemorare i 25 anni di produzione della Corvette, nel 1978 venne creata una versione speciale dotata di livrea bicolore grigio-nera utilizzata come pace car per la Indy 500.

Sbarro Corvette

Nel 1968 Henri Greder e Bob Lutz coinvolsero George Filipinetti, capo dell'omonimo team automobilistico, ad iscrivere due Chevrolet Corvette C3 alla 24 Ore di Le Mans. Per la preparazione delle vetture alla corsa ci si rivolse a Franco Sbarro, il quale le assemblò sotto la direzione di Zora Arkus Duntov in persona. Le vetture montavano un propulsore V8 da 500 CV gestito da un cambio M22 a quattro velocità. L'impianto frenante era costituito da freni a disco ventilati con pinze dotate di quattro pistoncini. La sospensione anteriore era indipendente con bracci e molle elicoidali, mentre quella posteriore era indipendente con balestra trasversale.

Durante la corsa le due vetture furono in testa alla classe GT nelle prime ore di gara, ma poi furono costrette entrambe al ritiro. Ciò nonostante vennero nuovamente impiegate per altre competizioni minori (come il Tour de France Automobile) e addirittura una di esse venne iscritta per sei volte alla 24 Ore di Le Mans, ottenendo il record assoluto di presenze di una vettura.

Greenwood IMSA Corvette

Nel 1974 il pilota John Greenwood, veterano di competizioni su Corvette, lanciò una propria versione da competizione della C3 per le gare del campionato IMSA. A differenza delle precedenti vetture che erano dotate di un telaio derivato dai modelli di serie, questa versione della Corvette ne montava uno tubolare costruito in collaborazione con Zora Arkus-Duntov. Le sospensioni erano dotate di doppi bracci trasversali con molle elicoidali e ammortizzatori regolabili. Il propulsore equipaggiato era un Chevrolet ZL1 V8 elaborato per erogare la potenza di 700 cv. Il corpo vettura era stato ingrandito per ospitare gli pneumatici maggiorati da gara e per gestire la deportanza era stato aggiunto uno spoiler nella sezione posteriore del mezzo. Tra il 1974 e il 1976 la vettura corse numerose volte (anche in mano a piloti privati) e tra i maggiori risultati si segnalano alcune vittorie alla 24 Ore di Daytona. L'affidabilità minò però le prestazioni della Corvette nella gran parte delle corse a cui prese parte (tra cui la 24 Ore di Le Mans del 1976, dove fece registrare la velocità record di 354 km/h sul rettilineo dell'autodromo).

C4

La tanto attesa quarta generazione della Corvette entrò in produzione nel 1983 come model year 1984 e restò in produzione fino al 1996. Il modello per l'anno 1983 venne realizzato solo in 44 prototipi e non fu mai prodotto in serie. Uno di questi prototipi, il 23º, è esposto al National Corvette Museum di Bowling Green, Kentucky.

La C4 fu un modello molto apprezzato per il suo stile pulito e per il suo design aerodinamico. Questa nuova generazione venne completamente rivista, ponendo l'accento sulla maneggevolezza, e solo il motore rimase quello montato sulle serie precedenti.

Nel modello coupé venne incorporato un lunotto posteriore, che fungeva anche da portellone, che facilitava le operazioni di carico e scarico della vettura. Furono aggiunte anche nuove pinze freni in alluminio mentre divenne di serie un cruscotto con display digitale di alcuni strumenti.

Dal 1984 al 1988 la Corvette era dotata di una inusuale trasmissione 4+3 cioè con quattro velocità normali più tre overdrive sui tre rapporti superiori. Questo tipo di trasmissione era necessaria per rispettare gli standard sul consumo di carburante. Si dimostrò però alquanto problematica e alla fine venne sostituita (1989) da una trasmissione manuale ZF a sei rapporti. Un'altra particolarità di questo dispositivo era data dal controllo elettronico, uno dei primi a venire installato, che attraverso un solenoide bloccava, in determinate condizioni di guida, la seconda marcia. Anche questo dispositivo si era reso necessario per rispettare la normativa EPA sul consumo.

All'inizio del 1985 il motore L98 con iniezione sostituì su molte Corvette l'unità precedente.

Nel 1992 venne introdotto il motore LT1 che forniva 300 hp (224 kW) migliorando sensibilmente le prestazioni delle versioni di base della Corvette. Nello stesso anno venne introdotto il controllo della trazione Acceleration Slip Regulation. Il sistema funzionava attraverso il controllo dei freni, dell'accensione del motore e il blocco dell'acceleratore e aveva lo scopo di prevenire perdite di aderenza delle ruote posteriori e quindi una possibile perdita di controllo del mezzo. Se il guidatore lo desiderava il sistema poteva venire disattivato.

Nel 1996 fu inserito nella gamma dei motori disponibili e per le sole versioni dotate di cambio manuale, anche il propulsore LT4 Small-block che forniva 320 hp (238 kW). Sulle versioni dotate di trasmissione automatica veniva invece montato il motore LT1.

Versioni speciali

ZR1

Il lavoro sulla ZR1 iniziò nel 1986 quando il team delle Corvette contattò la Lotus, allora parte del gruppo General Motors, con l'idea di sviluppare partendo dalla C4 un veicolo ad alte prestazioni. La Lotus progettò un nuovo motore con il quale sostituire il motore L98 utilizzato sulla Corvette standard. Ne risultò il motore LT5. Questo era sempre un propulsore V8 che manteneva l'alesaggio dell'L98 ma con il blocco cilindri in alluminio, doppio albero a camme in testa e quattro valvole per cilindro. Venne realizzato anche un sistema di aspirazione unico che permetteva, ai medi regimi, di chiudere la metà degli iniettori e dei collettori mentre garantiva 375 hp (280 kW) agli alti regimi. Sulla ZR1 fu anche inserito il sistema di sospensioni attive FX3, anch'esso sviluppato con la collaborazione della casa inglese.

Il motore per la sua realizzazione richiedeva molto lavoro manuale e, non avendo la General Motor nei suoi stabilimenti la possibilità di effettuare direttamente questo tipo di montaggio, si rivolse alla Mercury Marine per la costruzione di queste unità. Per cui i motori venivano realizzati negli stabilimenti della Mercury in Oklahoma e poi spediti a Bowling Green dove venivano montati sulle vetture.

Le vendite del veicolo cominciarono nel 1990 e la ZR1 si distingueva per la sezione posteriore più larga, gli pneumatici posteriori da 11 pollici, una fascia posteriore dotata di quattro luci dalla forma quadrata e infine per il CHMSL (Center High Mounted Stop Lamp) cioè per un luce posteriore montata nella parte alta e centrale del portellone.

La ZR1 dimostrò considerevoli capacità di accelerazione e maneggevolezza. Anche il prezzo era in linea con queste prestazioni ed era di 58.995 dollari, quasi il doppio di quello di una Corvette di base. Nel 1995 tale cifra raggiunse i 66.278 dollari ponendo così la Corvette nella stessa fascia di prezzo di vetture quali la Porsche 911 della serie 964.

Nel 1991 tutte le Corvette ricevettero degli aggiornamenti nella carrozzeria, negli interni e nuove ruote. La fascia posteriore della ZR1 venne inserita anche nelle altre versioni della vettura rendendo così difficile distinguere tra le versioni normali e la ZR1.

Nel 1992 furono inseriti altri miglioramenti quali degli stemmi con la scritta ZR1 sui parafanghi anteriori e divenne di serie il controllo della trazione.

L'anno successivo la Lotus riprogettò le testate e il sistema di distribuzione del motore LT5. La potenza arrivò a 405 hp (302 kW) e fu introdotto anche un sistema che permetteva il ricircolo dei gas di scarico migliorando in questo modo le emissioni.

La produzione della ZR1 si concluse nel 1995 dopo che ne erano stati realizzati 6.939 esemplari.

Grand Sport

Nel 1996 la Chevrolet, per commemorare la fine della produzione della C4, realizzò la versione Grand Sport. Questa era una riproposizione dell'analoga versione realizzata nel 1963. Furono solo 1.000 (810 coupé e 190 cabriolet) gli esemplari realizzati e avevano numeri di telaio speciali. La Grand Sport era equipaggiata con un motore LT4 che forniva 330 hp (246 kW) ed era disponibile solo in Admiral Blue con una striscia centrale bianca. I bulloni delle ruote erano verniciati in nero e sul cofano dal lato del guidatore erano posti due simboli in rosso.

Lo stemma Grand Sport, posto sul coperchio del sistema di iniezione, venne utilizzato anche su tutte le vetture dotate di motore LT4.

Pace Car Convertible

Nella 500 miglia di Indianapolis del 1986 venne utilizzata come Pace Car una corvette cabriolet gialla. In questo modo si rimarcò il ritorno nella gamma Corvette di questa tipologia di carrozzaria che era stata abbandonata dal 1975. In seguito venne posta in vendita una versione speciale Pace Car Replica della quale furono venduti 7.315 esemplari.

Indy Concept

Nel 1986 la Chevrolet collaborò con la Lotus per la costruzione di una concept car equipaggiata con il nuovo propulsore Ilmor/Chevrolet che sarebbe stato successivamente impiegato nelle vetture della Champ Car. Tale motore erogava la potenza di 650 cv ed era gestito da un cambio automatico a tre rapporti. Anche grazie ad una carrozzeria aerodinamica che produceva 0,277 di CX, la Indy Concept aveva una velocità massima di 362 km/h. Le sospensioni della vettura erano composte , in tutte le sezioni, da doppi bracci trasversali a tutto tondo con ammortizzatori idraulici regolabili, mentre l'impianto frenante era rappresentato da quattro freni a disco ventilati.

35th Anniversary

Nel 1988 venne posta in vendita la versione 35th Anniversary della Corvette. La vettura era disponibile con la sola colorazione bicolore bianco/nero. Gli esemplari realizzati furono 2.050.

40th Anniversary

Nel 1993 venne introdotto nella gamma degli optional della Corvette uno speciale pacchetto 40th Anniversary. Ne furono venduti 6.749.

Collectors Edition

La Collectors Edition fu l'ultima versione della C4 e venne presentata nel 1996. Era disponibile in Sebring Silver, aveva rifiniture speciali ed il suo prezzo era di 1.250 dollari più alto. Nel furono realizzate 5.412 delle quali 4.031 coupé e 1.381 cabriolet.

Veicoli derivati

B2K Callaway Turbo

Nel 1987 era possibile montare, direttamente dalla fabbrica, il pacchetto B2K. Il prezzo però di questo optional era in pratica pari al costo della vettura stessa. La Callaway Corvette era una Regular Production Option (RPO) e fu la prima volta nella storia che vennero inseriti direttamente nella gamma Chevrolet dei componenti realizzati da un preparatore esterno, la Callaway Cars.

Con questa opzione la potenza saliva a 345 hp (257 kW) nelle prime serie per raggiungere i 450 hp (335 kW) nelle ultime versioni.

Nel 1990 la B2K cominciò a essere sostituita dalla ZR1 e nel biennio 1990-1991 le due opzioni coesistettero.

Venne realizzata anche una versione da record, derivata dalla Corvette dotata di doppio turbo, la Callaway Sledgehammer, che raggiunse, grazie alla potenza di 880 hp (656 kW) del suo motore, la velocità record di 410 km/h (254,76 miglia orarie) presso la pista del Ohio Trasportation Rersearch Center stabilendo così il record di velocità, sebbene ottenuto in condizioni non propriamente di serie, per una vettura stradale.

Attività sportiva

Trans-Am GTO

Sul finire degli anni '80 la Chevrolet realizzò diversi esemplari della Corvette C4 appositamente modificati per competere nel campionato Trans-Am nella classe GTO. Tale versione era dotata di un telaio tubolare di un propulsore V6 Turbo gestito da un cambio manuale Wieesmann a cinque velocità. I freni a disco erano forniti dalla Brembo. Sotto lo sponsor Polyvoltac le vetture parteciparono alle stagioni 1987 e 1988 prima di essere vendute ad altre squadre che le impiegarono fino al 1993.

C5

La quinta generazione della Corvette venne presentata nel 1997 al Salone dell'automobile di Detroit e si concluse con il Model Year 2004. La C5 era un progetto radicalmente rivisto rispetto alle generazione precedente. Caratteristiche salienti di questa generazione sono il telaio ottenuto con nuove tecnologie e la trasmissione spostata nella parte posteriore della vettura,la quale costituiva un blocco unico con il differenziale. Come trasmissione automatica venne scelta quella delle serie precedenti, la 4L60E,

mentre per la trasmissione manuale venne scelta la T56 prodotta dalla Borg-Warner. Il risultato fu il miglior telaio delle ultime due generazioni della Corvette e la C5 si dimostrò una vettura migliore sotto ogni aspetto rispetto alla C4.

Versioni speciali

Z06

La Z06 sostituì la ZR-1. Il nome di questa versione era ripreso dalla omonima Z06 prodotta durante la generazione C2 degli anni sessanta. Come motore venne utilizzata una versione migliorata e più potente, denominata LS6, del motore LS1 standard. La potenza sviluppata da questa unità era di 350 hp (287 kW) ed era leggermente inferiore a quella del propulsore della ZR-1. Nonostante questo però la Z06 si dimostrò più leggera e scattante della ZR-1, che la superava solo nella velocità massima. Vennero montate ruote più larghe, migliorate le sospensioni, prese d'aria per i freni e una nuova trasmissione manuale. Rispetto alla C5 standard la Z06 era più leggera di 48 kg (106 lb). Questo guadagno di peso era stato ottenuto montando tubi di scappamento in titanio e una batteria più leggera. Dal 2002 la potenza della Z06 salì a 405 hp (302 kW) grazie a modifiche di dettaglio del motore. Ne venne realizzata anche una versione sovralimentata che era dotata di un cofano in carbonio e di ammortizzatori migliorati. La velocità massima dichiarata è di 295 km/h.

50th Anniversary

Per festeggiare i 50 anni di produzione della Corvette venne realizzata una versione speciale appunto denominata 50th Anniversary. Era disponibile con carrozzeria sia coupé che cabriolet. Il solo colore disponibile per la carrozzeria era il rosso metallizzato con i sedili in pelle in due colori. Anche i cerchi erano speciali, in alluminio, inoltre erano stati realizzati uno stemma e delle rifiniture esclusivi per questo modello. Il motore utilizzato era la versione LS1 e rimanevano disponibili tutti gli optional presenti nella gamma della Corvette. Raggiungeva i 246 km/h.

White Shark

Nel 2002 venne creata la versione ad alte prestazioni denominata White Shark. Presentata presso il SEMA di Las Vegas del 2002, la vettura era equipaggiata con un propulsore LZ1 da 512 CV con 701 Nm di coppia gestito da un cambio automatico a quattro rapporti. La carrozzeria era in fibra di vetro ed avvolgeva un telaio in acciaio, mentre l'impianto frenante era costituito da quattro freni a disco.

Moray Italdesign Coupe

Presso il salone automobilistico di Ginevra del 2003, la Italdesign presentò la Chevrolet Corvette Moray, modello speciale che commemorava i cinquanta anni di produzione della vettura statunitense. La meccanica era analoga a quella impiegata sulla C5, mentre il design venne curato da Giorgetto e Fabrizio Giugiaro.

Attività sportiva

C5.R

La C5.R era la versione da competizione di questa generazione e venne realizzata dalla Pratt & Miller per conto della GM Racing. La base era costituita dalla C5 stradale ma la -R aveva un interasse maggiore e una carrozzeria senza fari a scomparsa. Il motore era il 7 L V8.

La vettura ha preso parte a competizioni quali la 24 ore di Le Mans e la ALMS, inserita nella classe GTS.

Nel 2001 ha dominato vincendo 8 gare su 10 tra le quali la vittoria alla 24 ore di Daytona e ottenendo, sempre nella classe GTS, i primi due posti alla gara di Le Mans. L'anno successivo la C5.R riconquistò il primo e il secondo posto a Le Mans nella propria classe dominando anche nella ALMS. In questo periodo venne utilizzata una trasmissione nella quale differenziale e trasmissione erano separati.

Nel 2003 furono introdotte delle nuove norme che limitavano, nel tentativo di ridurre la velocità, del 10 per cento la potenza dei motori. Nonostante questo la Corvette vinse nella gara di esordio a Sebring e conquistò nuovamente il campionato ottenendo alla fine un totale di 8 vittorie. Per festeggiare i 50 anni della vettura la colorazione delle auto passò da quella completamente gialla a una verniciatura rossa-bianca-blu.

Nel 2004 si aggiunse una nuova vittoria nella classe GTS alla 24 ore di Le Mans mentre nel 2005 la C5.R vinse solo nelle gare di Imola e di Zhuhai conquistando diversi podi nelle altre gare. Con la C5.R il team Pacific Coast Racing ottenne nella ALMS alcuni podi alle spalle della C6.R ufficiale.

Veicoli derivati

Callaway C12

Il preparatore Callaway realizzò nel 1999 una propria versione della C5, e cioè la C12. La meccanica della vettura è un'elaborazione della versione base, con il propulsore tipo LS1 potenziato a 439 CV. Tale motore è abbinato a un cambio manuale a 6 rapporti. Le sospensioni sono state ridefinite per adattarsi al nuovo assetto, mentre il diametro degli pneumatici è passato a 19 pollici, misura essenziale per ospitare i freni forniti dalla Alcon.

Hot Wheels Darth Vader

Impiegando come base una Chevrolet Corvette C5 dotata di un propulsore V8 da 526 CV, l'azienda Hot Wheels, in collaborazione con la Picture Cars Warehouse, ha realizzato per il San Diego Comic-Con una one-off ispirata al personaggio di Dart Fener della saga cinematografica di Star Wars.

Impiego in polizia

Bloomfield Hills Police Car

Il dipartimento di polizia della cittadina statunitense di Bloomfield Hills incamera nel proprio parco vetture una Chevrolet Corvette C5 aggiornata con tutte le componenti in dotazione alle autopattuglie tradizionali.

C6

La sesta generazione, o C6, è la versione nata nel 2005. La vettura è ispirata a una filosofia progettuale che punta ad affinare e migliorare la precedente C5 piuttosto che a introdurre ulteriori cambiamenti.

La C6 presenta una nuova geometria delle sospensioni, un alto livello di rifiniture, una carrozzeria senza fari a scomparsa - la prima dalla Corvette del 1962 – e un abitacolo più spazioso. La C6 risulta più corta di 13 cm (5,1 in) e una larghezza ridotta di 2,5 cm (1 in). L'interasse però è stato aumentato di 12 cm (3 in). La riduzione delle dimensioni esterne dell'auto è stata la risposta della Casa alle critiche di coloro che vedevano la C5 come troppo imponente per cui si è ricercata una linea della vettura attuale più pulita e sportiva. Questa rivisitazione è stata effettuata anche nella speranza di andare incontro maggiormente ai gusti dei potenziali acquirenti europei.

Il motore utilizzato è il 6 L LS2 V8 che eroga 400 CV (298 kW) a 6.000 giri al minuto. Il regime massimo di giri è di 6.500. I consumi della vettura, tenuto conto delle prestazioni del motore, sono relativamente buoni e sono stati ottenuti contenendo il peso, migliorando l'aerodinamica e demoltiplicando al massimo possibile le marce alte. Per quanto riguarda la trasmissione rimangono disponibili sia quella automatica che quella manuale, Quest'ultima dotata del sistema elettronico CAGS (Computer Aided Gear Selection – selezione delle marce aiutata dal computer) che in pratica limita, in determinate condizioni di guida, l'utilizzo delle marce basse e fa sì che si passi dalla prima direttamente alla quarta marcia. La velocità massima dichiarata è di 300 km/h.

Con il 2008 la Corvette ha un nuovo motore LS3 V8 da 6,2 litri (alesaggio 103,25 mm, corsa 92 mm), montato di serie sia sulla Coupé che sulla Convertible. Ha una potenza di 437 CV (325 kW) a 5.900 giri e una coppia di 586 N·m a 4.600 giri. Il regime massimo di rotazione è di 6.600 giri. Tra le altre peculiarità del motore, il nuovo collettore di aspirazione registrato acusticamente. Novità anche per il cambio manuale Tremec T56 che è stato sviluppato per rispondere in modo più diretto e deciso durante i cambi marcia, con una migliore precisione negli innesti, mentre il modello automatico/sequenziale è stato perfezionato e velocizzato per aumentare il senso di sportività e il controllo da parte del pilota. Le intelaiature di sostegno delle sospensioni, i bracci, le articolazioni, le molle, gli ammortizzatori, le boccole, le barre stabilizzatrici e lo sterzo del modello C6 2008 sono stati tutti riprogettati. La velocità massima dichiarata è di 306 km/h.

Versioni speciali

Z06

Anche per la C6 è disponibile la versione Z06 (soltanto in versione Coupé e con il tetto fisso). Presentata nel terzo quadrimestre del 2005 come Model Year 2006 la vettura è dotata del 7 litri LS7 che fornisce 505 hp (376 kW). Il regime massimo di rotazione è 7.000 giri, notevole per un motore ad aste e bilancieri. La vettura presenta notevoli miglioramenti nel reparto ammortizzatori/sospensioni e freni, rappresentando nella storia delle Corvette l'unica versione paragonabile per qualità di guida alle migliori sportive europee. La carrozzeria presenta alcune parti in carbonio, per ridurre ulteriormente il peso, così come la scelta di utilizzare solo il tetto fisso è stata fatta per aumentare la rigidità del telaio. Da notare, caratteristica davvero singolare, che Chevrolet ha scelto di utilizzare una sospensione posteriore con gruppo molla a singola balestra trasversale, per mantenere un ingombro ridotto che preservi il bagagliaio, rispettando quindi la tradizionale praticità tipica delle auto americane. Questa scelta non ha pregiudicato le doti di tenuta anche su fondi irregolari.

ZR1

La ZR1, prima chiamata Blue Devil, quando ancora non si conoscevano le caratteristiche definitive, è di fatto la Corvette più potente mai prodotta. In Italia è importata in numero limitato. Il motore utilizzato è il V8 LS9 6,2 litri sovralimentato con compressore volumetrico a quattro lobi, per una potenza massima di 647 CV (476 kW) e una coppia di 819 N·m, rendendola una delle supercar più potenti e veloci disponibili sul mercato. Il prezzo di acquisto si aggira attorno a 140.000 euro. La velocità massima è di oltre 330 km/h e lo scatto 0–100 km/h avviene in meno di 3,4 secondi.

Grand Sport

Nel 2009 è stata messa in commercio la versione Grand Sport della C6. Era dotata di un propulsore LS3 6.2 abbinato ad un cambio a 6 rapporti che poteva essere manuale o automatico. Con l'inserimento di un nuovo sistema di scarico, la vettura aveva una potenza di 436 cv con coppia di 428 Nm. Per migliorare la maneggevolezza i cerchioni e gli pneumatici sono stati ingranditi. Venne costruita anche in versione Roadster.

Z06 Ron Fellows Championship

Uscita nel 2007, la Corvette Z06 Ron Fellows Championship è una edizione celebrativa di Ron Fellows, pilota canadese che vinse tantissimo con la Corvette nel campionato GT1 ALMS. Le modifiche sono solo a livello estetico, poiché la Ron Fellows presenta una verniciatura "bianco artico", strisce rosse bordeggiate di argento, un autografo del pilota e cerchioni cromati. La base meccanica riprende la Corvette Z06 (V8 big-block da 7 litri LS7 da 505 hp (376 kW) compreso). La produzione è di 399 esemplari.

Victory Edition

Per commemorare la serie di vittorie ottenute dalla casa americana nei campionati riservati alle vetture gran turismo, la Chevrolet mise in commercio nel 2007 250 esemplari in versione Victory Edition. Rispetto al modello di serie la vettura implementava alcuni componenti derivati dalla Corvette C6.R e dalla Z06. Era fornita di un propulsore V8 LS2 6.0 da 404 cv di potenza con 546 Nm di coppia gestito da un cambio sequenziale a sei rapporti. Esteticamente erano stati introdotti nuovi cerchi in alluminio brunito e un nuovo spoiler posteriore per aumentare la deportanza aerodinamica per tutta la larghezza della vettura. Gli interni vennero invece rinnovati con l'impiego di inserti in materiali pregiati e con l'inserimento di nuovi accessori di bordo.

Competition

In occasione della 56ª edizione della 12 Ore di Sebring venne presentata una versione speciale della Chevrolet Corvette denominata Competition. Rispetto al modello di serie era equipaggiata con un propulsore 6.2 V8 gestito da un cambio manuale a sei marce ed erano montati nuovi elementi aerodinamici derivati dalla Chevrolet Corvette Z06.

Carlisle Blue Grand Sport Concept

Nell'ottobre 2011, la Chevrolet ha presentato una versione speciale in unico esemplare della Corvette C6 dedicato al raduno annuale di Chevrolet Corvette che avviene presso Carlisle. Tale versione, meccanicamente identica alla vettura di serie, presenta una colorazione particolare, denominata Carlisle Blue, un nuovo set di cerchi in lega e strisce da gara verticali bianche.

427 Convertible Collector Edition Guy Fieri

Nel novembre 2012 Chevrolet ha presentato un'edizione speciale della Corvette C6, denominata 427 Convertible Collector Edition Guy Fieri. La vettura, dedicata al cuoco e conduttore televisivo Guy Fieri, è stata realizzata impiegando componenti derivati dai modelli Z06 e ZR1. La carrozzeria presenta una colorazione nera con bande gialle da gara, mentre il propulsore è un V8 erogante 505 CV.

Attività sportiva

C6.R

La C6.R è stata utilizzata in gara per la prima volta nella 12 ore di Sebring del 2005. In questa competizione la vettura è giunta seconda alle spalle dell'Aston Martin DBR9 ufficiale. Una settimana dopo è avvenuta la presentazione, con al fianco la Z06.R, al New York International Autoshow. La C6.R ha partecipato anche alla 24 ore di Le Mans del 2005 classificandosi al primo e secondo posto della classe GT1 e al quinto e sesto della classifica generale. Sempre nello stesso anno ha vinto tutte le gare, nella sua classe, nella ALMS.

La Corvette ha nuovamente vinto, in classe GT1, la famosa gara di durata francese nel 2006 e nel 2009.

Quattro C6.R, aggiornate in base ai nuovi regolamenti, parteciparono al FIA GT1 World Championship, mentre la squadra ufficiale si concentrava esclusivamente sul progetto GT2.

Z06.R

La Z06.R è una versione modificata della Z06 di serie ed è stata progettata per partecipare alle gare di classe GT3. Le principali modifiche riguardano l'eliminazione degli interni, l'installazione di un Roll-Bar, mozzi ruota con attacco centrale, spoiler anteriore e posteriore e portiere in fibra di carbonio. Motore e trasmissione sono quelli di serie mentre la mappatura è stata modificata per poter utilizzare il carburante a 98 ottani. Il regime massimo è di 7.200 giri al minuto e la potenza è stata aumentata di 90 hp.

Indy Pace Car Replica

Meccanicamente una normale Corvette C6, la Indy Pace Car Replica verrà prodotta in 500 esemplari, che riprodurranno fedelmente la Corvette che fungerà da pace-car alla prossima 500 Miglia di Indianapolis. Presenta un'estetica notevole con "nastri" dorati che decorano la fiancata e i fanali stroboscopici nei poggiatesta.

Veicoli derivati

Soleil Anadi

Sulla base della Chevrolet Corvette il designer Ugur Sahin ha creato la Soleil Anadi,una concept car esposta al Top Marques 2011 nel Principato di Monaco. La vettura è dotato di un lungo cofano motore che si rifà al modello Stingray degli anni sessanta. I fianchi della vettura sono molto scolpiti e terminano in una coda tronca dotata di effetto oscurato, sotto la quale si trovano 4 scarichi di forma quadrangolare. Il lunotto posteriore è di forma verticale, delimitato da due branchie aerodinamiche. Il motore è derivato dalla Corvette Z06. Si tratta di una versione elaborata del 7,0 litri LS7 V8, che riesce a erogare fino a 999 CV grazie all'aggiunta di due turbocompressori, un inedito terminale racing a quattro vie realizzato in acciaio inox e una nuova trasmissione manuale a sei rapporti. Esiste anche una versione sovralimentata da 700 CV. Grazie all'impiego di fibra di carbonio, alluminio e materiali compositi, la vettura pesa 1.375 kg.

Anteros XTR Hardtop

Utilizzando la meccanica della C6 come base, John e David Rothman hanno creato, con la collaborazione del progettista grafico Franklin Burris e dei designer Don Johnson e John Allen, una vettura denominata Anteros XTR Hardtop. Prodotta in diversi esemplari, sfrutta i propulsori Chevrolet tra i 400 e i 600 cv di potenza. E stata prodotta anche la versione Radster, denominata XTM.

Rossi SixtySix

Nel 2010 venne lanciata la Rossi SixtySix, vettura il cui design richiamava la Chevrolet Corvette C2 ma con meccanica totalmente ripresa dalla C6.

Alessi AR-1

La Alessi AR-1 è una vettura sportiva prodotta dalla Alessi Fiberglass nel 2012. Inizialmente fu presentata al Salone dell'automobile di New York del 1979, ma a causa dello scarso successo riscosso e della mancanza di fondi furono prodotti solo 3 esemplari fino al 1980. Ma nel 2012 il suo creatore, Nick Alessi, decise di riproporla in 50 esemplari totalmente personalizzabili dai clienti, fatta eccezione per telaio e carrozzeria.

La carrozzeria della vettura è in fibra di vetro con alcuni rinforzi in acciaio nei punti critici per innalzarne la solidità. Sotto questa carrozzeria è stato montato un motore V8 LS3 da 6.2 litri derivato dalla Chevrolet Corvette C6. Tale propulsore permette di erogare una potenza di 600 CV e 785 Nm, permettendo alla vettura di raggiungere i 320 km/h, con un passaggio da 0 a 100 km/h in 3,1 secondi. Opzionalmente, oltre ai vari accessori come l'aria condizionata o gli specchietti elettrici, è possibile installare anche un sistema di turbocompressori che elevano la potenza a 750 CV e 935 Nm.

CCG customGT

La CCG customGT è un'autovettura realizzata dall'azienda tedesca CCG nel 2011.

Come propulsore, il veicolo impiegava un V8 General Motors derivato dalla Chevrolet Corvette dalla potenza di 550 cv con 603 Nm di coppia gestito da un cambio manuale a sei rapporti. Ciò permetteva il raggiungiamento di 320 km/h. Il telaio in acciaio era di tipo spaceframe avvolto da una carrozzeria in fibra di vetro e carbonio, mentre le sospensioni erano formate da doppi bracci trasversali, barre anti-rollio e ammortizzatori con molle elicoidali in entrambe le sezioni del mezzo. L'impianto frenante era rappresentato da quattro freni a disco ventilati.

Arrinera Venocara

Il propulsore della Chevrolet Corvette ZR1 è stato impiegato dalla Arrinera Automotive per lo sviluppo della propria concept car Arrinera Venocara.

C7

La prima concept della nuova generazione di Corvette fu presentata presso il Salone dell'automobile di Chicago del 2009, ma solo nel salone dell'automobile di Detroit del 2013 venne ufficialmente mostrata la versione finale di serie, la quale venne denominata Stingray in omaggio al modello speciale prodotto nel 1962.

La vettura è stata dotata di un propulsore V8 LT1 dotato di 455 CV (nella versione base), che le permette un'accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 4 secondi, e di 659 CV nella versione sovra alimentata. Per raffreddarlo, è stato studiato in galleria del vento un nuovo assetto aerodinamico della carrozzeria per permettere lo sfruttamento ottimale e l'espulsione dell'aria. In curva l'auto subisce una forza g pari a 1. Per la gestione della potenza è stato impiegato un cambio manuale TREMEC a sette marce abbinato a un sistema Active Rev Matching. Tale sistema è stato aggiunto anche al cambio automatico dotato di Launch Control a sei marce.

Per migliorare le prestazioni, è stato introdotto un nuovo sistema di scarico doppio gestiti da una valvola a farfalla che si apre in base alle esigenze prestazionali. Sotto i cerchioni da 18″ e 19″ avvolti in pneumatici Michelin Pilot Super Sport run on flat si trova un impianto frenante Brembo.

Gli interni sono stati ispirati a quelli dei velivoli da combattimento e offrono sedili in pelle Nappa con inserti in fibra di carbonio e alluminio. Per adattarsi allo stile di guida del guidatore, il sistema di controllo può essere settato su 5 posizioni tramite il Drive Mode Selector posizionato sulla plancia dell'abitacolo. L'impianto di illuminazione del manto stradale è stato affidato a due fari dotati di tecnologia.

Versioni speciali

Stingray Gran Turismo Concept

Presso il SEMA di Las Vegas del 2013 la Chevrolet ha presentato una concept ad alte prestazioni della Stingray che omaggia il simulatore di guida Gran Turismo. Rispetto alla versione di serie, questa adotta specifiche decalcomanie dedicate, splitter anteriore, minigonne e paraurti posteriore in fibra di carbonio più aerodinamici, fari gialli, spoiler posteriore e dei terminali di scarico modificati. Gli interni sono stati ripresi dalle vetture da competizione.